La disbiosi

Il sistema alterato di vita del mondo occidentale, con scarso movimento fisico, una dieta ricca di prodotti raffinati e denaturati ma povera di fibre, l’inquinamento ambientale, l’abuso di sostanze tossiche (alcool, fumo, etc) e di farmaci, l’abitudine a rimandare la defecazione quando si presenta lo stimolo, lo stress e la tensione emotiva prolungata, gettano le basi per un malfunzionamento del colon. In queste condizioni la composizione normale della flora batterica intestinale può essere notevolmente modificata. Nelle disbiosi semplici si tratta soprattutto di batteri aerobi (39%), anaerobi (26%) e parassiti come la lamblia (26%). I funghi e i lieviti, in questi casi, sono inferiori all’8%, ma nelle disbiosi fermentative e in quelle miste rivestono un ruolo decisamente più importante; tra questi, la più rappresentata è certamente la Candida Albicans, presente nel 72% dei casi.

Nel 1991 il ricercatore tedesco Perger dimostrò che buona parte delle disbiosi sono iatrogene, ossia determinate dalla assunzione di farmaci: l’uso prolungato di antibiotici, di antitumorali, di cortisonici, di farmaci che bloccano l’ovulazione, di immunosoppressori, l’esposizione a radiazioni ionizzanti, possono tutti determinare una alterazione dello stato della flora batterica intestinale. Perger ha dimostrato in uno studio che al 78% dei pazienti da lui esaminati non era stato consigliato alcun trattamento per il ripristino della normale flora batterica dopo una terapia antibiotica. Nel 45% di questi soggetti è stata riscontrata una disbiosi severa e nel 55% di loro una micosi intestinale di vario grado. Anche le intossicazioni da metalli pesanti, come il mercurio, il piombo, il cromo e il cadmio sono chiamati in causa.

Esistono poi condizioni anatomiche che sono responsabili della disbiosi: le malattie che condizionano una stenosi (= restringimento) dell’intestino, come il morbo di Crohn, i tumori del colon, la malattia diverticolare in stadio avanzato; le resezioni intestinali estese e i by-pass intestinali eseguiti per diverse patologie; le infezioni intestinali importanti da batteri e da virus; oppure condizioni patologiche come le malattie del pancreas, le condizioni di malassorbimento intestinale e le malattie che determinano una riduzione della acidità gastrica.

Nei pazienti con disbiosi la costipazione e la stipsi sono un riscontro frequente, anche se uno stato di intossicazione è possibile in coloro che evacuano ogni giorno e anche piu’ volte al giorno. Vi sono poi anche casi di disbiosi intestinale che si manifestano con un’alternanza di costipazione e scariche diarroiche improvvise. La stitichezza può essere dovuta a diverse cause, spesso presenti in varia combinazione tra loro: 1) alla incapacità da parte dei vari segmenti del colon di promuovere una adeguata peristalsi che faccia avanzare il contenuto intestinale; 2) a disturbi funzionali dell’ultima parte del colon, il retto, in cui la muscolatura non si coordina correttamente nel meccanismo della defecazione per alterazione dei normali meccanismi nervosi riflessi che regolano in modo automatico lo svuotamento intestinale; 3) eccessiva sedentarietà e mancanza di tono della muscolatura addominale; 4) a una dieta non corretta. Il rallentamento del transito del contenuto intestinale provoca un’alterazione del bilancio naturale, e una crescita sproporzionata e non bilanciata di microrganismi patogeni.

Candida al microscopio elettronico

La dieta comunemente seguita nei Paesi Occidentali è molto ricca di carboidrati (= zuccheri), di cibi raffinati e fermentati e di grassi animali, con uno scarso contenuto di fibre. Questo già da solo favorisce, come detto, la stitichezza, che da sola può essere causa di disbiosi. Inoltre, una parte considerevole della flora batterica fermentativa, quella micotica (= piccoli funghi, muffe e lieviti) trova il suo nutrimento proprio in questo tipo di sostanze, e tende quindi a proliferare a dismisura in presenza di quantità eccessive di questi alimenti: il risultato è quello di una micosi endogena, con aumento dei processi fermentativi intestinali e comparsa di fenomeni diffusi in tutto il corpo. Alcuni cibi, come la carne, i latticini e la farina bianca, hanno anche la capacita’ di stimolare esageratamente la produzione di muco intestinale, e le feci contenenti eccessivo muco diventano più difficili da espellere.

Le sostanze tossiche prodotte e isolate dal colon sono 36 (tra cui l’ammoniaca, il fenolo, lo scatolo, l’indolo, il mercaptano e il sulfito di idrogeno) e risultano principalmente dalla digestione batterica dei residui delle proteine ingerite. Nei casi di iperproliferazione dei lieviti, invece, sono questi ultimi a produrre delle tossine note con il nome di gliotossine. Dopo aver attraversato la parete del colon, queste sostanze vengono assorbite nella circolazione sanguigna e trasportate direttamente al fegato. Le cellule epatiche, oltre al compito di prelevare, manipolare, accumulare e ridistribuire grassi, proteine e carboidrati digeriti, hanno anche quello di inattivare ogni tossina (= sostanza velenosa) presente nel sangue e di rimuoverla dal sistema. Quando le tossine sono presenti in quantità troppo elevata per essere adeguatamente trattate dal fegato puo’ verificarsi un problema per la salute dell’intero organismo: in questi casi si parla di autointossicazione o tossiemia. La tossiemia, conseguenza naturale della disbiosi, è una particolare forma di autointossicazione dell’organismo responsabile di un aumento innaturale dei fenomeni di putrefazione o di fermentazione, nei casi di dibiosi putrefattiva o, rispettivamente, disbiosi fermentativa. Essa determina una alterazione della omeostasi, intesa come rapporto bilanciato tra le varie sostanze che costituiscono l’organismo, compresi i nutrienti essenziali.

Questo si verifica generalmente quando l’attività del colon non è regolare, oppure quando il fegato presenta qualche malattia che ne riduce l’attività, ma la prima ipotesi è la piu’ frequente. La tossiemia inizia nel colon, ma i suoi effetti dannosi si riscontrano a carico di svariate cellule del corpo, con alterazioni molecolari che alterano i processi biochimici degli organuli sub-cellulari: le normali funzioni cellulari possono essere ridotte o del tutto impedite, e queste restrizioni possono causare l’indebolimento o la malattia dell’organo cui le cellule appartengono. La persona affetta da tossiemia putrefattiva presenta sintomi come affaticamento, irritabilità, aggressività, ipertensione arteriosa, disturbi della memoria, debolezza muscolare, deficienze nutrizionali, invecchiamento precoce della pelle (rughe), alterazioni cutanee (acne, psoriasi, dermatiti di vario tipo), alterazioni ormonali, disturbi del ciclo mestruale, cefalea ed emicrania, dolore e rigidità delle articolazioni, mal di schiena in regione lombare, allergie, asma, aritmie cardiache e accelerazione dei processi di invecchiamento (senilita’ precoce).

Nella tossiemia fermentativa sono frequenti la sindrome da stanchezza cronica, la mancanza di concentrazione, la cefalea, disturbi cutanei (acne, psoriasi, dermatiti di vario tipo), alterazioni dei capelli, cistiti non batteriche, dolori articolari diffusi.

Micosi perianale

Oltre a sintomi di carattere generale, si sviluppano alterazioni tipiche del tratto gastroenterico, con diminuzione della velocità di transito intestinale, aumentata produzione di gas, meteorismo, flatulenze e sensazione di distensione addominale, sviluppo di micosi perianali e vaginali, alternanza dell’alvo con comparsa di scariche diarroiche improvvise alternate a periodi di regolarità intestinale o stitichezza. Infine, anche il sistema immunitario puo’ essere colpito: le pareti intestinali ospitano una gran parte di componenti di questo sistema di difesa (macrofagi, linfociti T e B liberi oppure raccolti in follicoli e placche, immunoglobuline) per poter meglio svolgere la loro azione di barriera contro la propagazione di sostanze tossiche. Infatti, la mucosa che riveste internamente il colon è uno dei principali sistemi che il corpo utilizza per difendersi dall’aggressione di sostanze tossiche, così come lo sono il fegato, i reni, il sistema linfatico, i polmoni e la pelle. Le alterazioni della normale anatomia e della funzionalità del colon diminuiscono significativamente le capacita’ di difesa del corpo.

Oltre a sintomi di carattere generale, si sviluppano alterazioni tipiche del tratto gastroenterico, con diminuzione della velocità di transito intestinale, aumentata produzione di gas, meteorismo, flatulenze e sensazione di distensione addominale, sviluppo di micosi perianali e vaginali, alternanza dell’alvo con comparsa di scariche diarroiche improvvise alternate a periodi di regolarità intestinale o stitichezza. Infine, anche il sistema immunitario puo’ essere colpito: le pareti intestinali ospitano una gran parte di componenti di questo sistema di difesa (macrofagi, linfociti T e B liberi oppure raccolti in follicoli e placche, immunoglobuline) per poter meglio svolgere la loro azione di barriera contro la propagazione di sostanze tossiche. Infatti, la mucosa che riveste internamente il colon è uno dei principali sistemi che il corpo utilizza per difendersi dall’aggressione di sostanze tossiche, così come lo sono il fegato, i reni, il sistema linfatico, i polmoni e la pelle. Le alterazioni della normale anatomia e della funzionalità del colon diminuiscono significativamente le capacita’ di difesa del corpo.

In sintesi, la stasi cronica del materiale colico, l’abuso di determinati farmaci, l’inquinamento da parte di sostanze tossiche, una dieta e uno stile di vita non appropriati alterano il normale equilibrio della flora intestinale e favoriscono la crescita abnorme di microrganismi patogeni (=disbiosi), a loro volta responsabili di processi putrefattivi o fermentativi che determinano la produzione di una varietà di metaboliti tossici che, senza essere adeguatamente neutralizzati, producono una sindrome tossiemica.

Rassegna stampa

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LA DISBIOSI FERMENTATIVA – DOTT. RICCARDO ANNIBALI (28.5.2020)

Il Dott. Riccardo Annibali parla di un problema sanitario e sociale ormai estremamente diffuso nel mondo occidentale, la disbiosi fermentativa con tutte le sue conseguenze a carico dell’organismo (sensazione di pancia gonfia e tesa con meteorismo, inappetenza, alternanza del modo di evacuare, prurito anale e vulvare, perdite bianche vaginali, sindrome da stanchezza cronica, alterazioni cutanee e dei capelli, cistiti ricorrenti, reflusso castro-esofageo, etc.). Illustra inoltre un protocollo da lui ideato per il trattamento di questo disturbo ormai collaudato con successo nell’arco di 30 anni su centinaia di pazienti.